Susanna e i Weinstein

Susanna e i vecchioni, Tintoretto (1557)

Susanna, una giovane donna molto bella e pia, viene concupita da due vecchi che frequentano la casa di suo marito e riescono a introdursi nel suo giardino sorprendendola mentre fa il bagno. Costoro erano stati eletti giudici dalla comunità ebraica esule a Babilonia e, infiammati di lussuria, minacciano di accusarla di averla sorpresa con un giovane amante se non si concede a loro. Al rifiuto di Susanna l’accusano pubblicamente di adulterio. Portata davanti al tribunale viene riconosciuta colpevole e condannata a morte mediante lapidazione, ma a questo punto si fa avanti il profeta Daniele, che interroga personalmente i due calunniatori e ne fa emergere l’inganno. La reputazione di Susanna viene restituita all’onore e la fama di Daniele cresce fra il popolo.

How to kill my mother with a ballpoint pen. Or not.

Nel 1991 uno studente olandese va a pranzo dalla madre, come tutte le domeniche. Trova però la donna a terra, priva di vita.

L’autopsia conferma che la morte della donna è stata provocata da una comune penna a sfera, penetrata nell’orbita perforando l’occhio e attraversando l’encefalo sino al lobo posteriore sinistro. La penna risulta intatta.

Come può essere successo? La polizia pensa a un omicidio, il caso viene suggestivamente appellato come «il delitto della penna a sfera» e le indagini sono indirizzate soprattutto nei confronti dei familiari della donna, senza però alcun esito concreto.

Dopo cinque anni, il portiere di un campus universitario ricorda di alcuni studenti che conversavano di un delitto perfetto. Per realizzarlo si poteva usare una balestra ed una penna a sfera in luogo del dardo. Tra i ragazzi c’era anche il figlio della donna uccisa.

Per la polizia la conferma “definitiva” giunge dalla psicologa che seguiva il giovane: quest’ultimo le aveva confessato di aver ucciso la madre con la penna a sfera. Il ragazzo viene quindi processato nell’ottobre 1995 e condannato a 12 anni di carcere. Ma c’è un colpo di scena.

Sul caso indaga anche gruppo di medici legali olandesi, con una serie di esperimenti mediante crani di maiali. Con diverse balestre lanciano penne a sfera come dardi, per poi misurarne i risultati. In tutti i casi, una volta colpito il bersaglio e penetrata nell’orbita, la cannuccia della penna si blocca per attrito, e il refill si sfila di qualche centimetro proseguendo per inerzia la sua corsa.

Ma nel caso della donna trovata morta nel maggio 1991 la penna penetrata nel cranio ha il refill ben contenuto dalla cannuccia. Significa che la penna non può essere stata lanciata da una balestra.
Il ragazzo ha mentito, evidentemente per una patologia psichiatrica che lo rende instabile e capace di autoaccusarsi di fatti non commessi.

Nel gennaio 1996 il giovane  viene prosciolto, il processo si conclude e torna a farsi strada l’ipotesi dell’incidente casuale.

tratto da How to Kill with a Ballpoint: Credibility in Dutch Forensic Science, Roland Bal, 2005 

G. Courbet, Autoritratto o uomo disperato (circa 1843)

Sex and the Society

Molti conoscono le silografie Ukiyo-e (letteralmente “immagini del mondo fluttuante”), fiorite durante il periodo Edo (1603-1868) e destinate prevalentemente alla popolazione meno abbiente del Giappone, visto il loro prezzo contenuto. I soggetti prediletti dagli artisti di Ukiyo-e erano i paesaggi: famose sono le 36 vedute del monte Fuji o la Grande Onda di Hokusai. Altrettanto rappresentate, però, erano le scene di vita cittadina e, tra queste, molto popolari erano quelle ambientate nelle case di piacere.

Quest’ultimo genere di silografie prese il nome di shunga, cioè “pittura di primavera“, per indicare eufemisticamente il rapporto sessuale. Non si conosce con esattezza lo scopo di queste opere: talora erano utilizzate dalle prostitute per illustrare i “servizi” offerti oppure per far eccitare il cliente. In altri contesti, potevano servire per l’educazione dei giovani uomini o più semplicemente per il divertimento della popolazione, tanto che spesso gli shunga venivano raccolti in album.

In alto, Il sogno della moglie del pescatore di Katsushika Hokusai, 1814.

In basso, invece, American Gothic (1930), uno dei dipinti più parodiati dell’arte americana, che rappresenta per Grant Wood la società americana puritana dell’Ottocento.