Susanna e i Weinstein

Susanna e i vecchioni, Tintoretto (1557)

Susanna, una giovane donna molto bella e pia, viene concupita da due vecchi che frequentano la casa di suo marito e riescono a introdursi nel suo giardino sorprendendola mentre fa il bagno. Costoro erano stati eletti giudici dalla comunità ebraica esule a Babilonia e, infiammati di lussuria, minacciano di accusarla di averla sorpresa con un giovane amante se non si concede a loro. Al rifiuto di Susanna l’accusano pubblicamente di adulterio. Portata davanti al tribunale viene riconosciuta colpevole e condannata a morte mediante lapidazione, ma a questo punto si fa avanti il profeta Daniele, che interroga personalmente i due calunniatori e ne fa emergere l’inganno. La reputazione di Susanna viene restituita all’onore e la fama di Daniele cresce fra il popolo.

Summer of love and Ichnusa

“Proseguirono a sud, lungo la costa, cacciando, pescando, nuotando e comprando cavalli. Ora Billy si serviva dei vapori per inoltrare le sue bestie a destinazione. Così attraversarono le contee di Del Norte, di Humboldt, di Mendocino, di Sonoma – contee più vaste di molti Stati dell’Est – calpestando il suolo di foreste gigantesche, pescando in innumerevoli acque ricche di trote, e attraversando altrettante floridissime valli. E dovunque, Saxon cercava la sua Valle della Luna. Talvolta, quando tutto sembrava perfetto, ella trovava che la strada ferrata era troppo lontana, o che vi erano solo madroños e manzanitas, o che vi era troppa nebbia”. La valle della luna, J. London (1913)

La terra dei sogni di Jack London esiste, si trova in Gallura, affacciata sulle Bocche di Bonifacio, e ospita l’ultima comunità hippie d’Italia, che vive tutto l’anno all’interno di rocce granitiche e grotte (tafoni). Un luogo dove non c’è bisogno di misurare il tempo.

How to kill my mother with a ballpoint pen. Or not.

Nel 1991 uno studente olandese va a pranzo dalla madre, come tutte le domeniche. Trova però la donna a terra, priva di vita.

L’autopsia conferma che la morte della donna è stata provocata da una comune penna a sfera, penetrata nell’orbita perforando l’occhio e attraversando l’encefalo sino al lobo posteriore sinistro. La penna risulta intatta.

Come può essere successo? La polizia pensa a un omicidio, il caso viene suggestivamente appellato come «il delitto della penna a sfera» e le indagini sono indirizzate soprattutto nei confronti dei familiari della donna, senza però alcun esito concreto.

Dopo cinque anni, il portiere di un campus universitario ricorda di alcuni studenti che conversavano di un delitto perfetto. Per realizzarlo si poteva usare una balestra ed una penna a sfera in luogo del dardo. Tra i ragazzi c’era anche il figlio della donna uccisa.

Per la polizia la conferma “definitiva” giunge dalla psicologa che seguiva il giovane: quest’ultimo le aveva confessato di aver ucciso la madre con la penna a sfera. Il ragazzo viene quindi processato nell’ottobre 1995 e condannato a 12 anni di carcere. Ma c’è un colpo di scena.

Sul caso indaga anche gruppo di medici legali olandesi, con una serie di esperimenti mediante crani di maiali. Con diverse balestre lanciano penne a sfera come dardi, per poi misurarne i risultati. In tutti i casi, una volta colpito il bersaglio e penetrata nell’orbita, la cannuccia della penna si blocca per attrito, e il refill si sfila di qualche centimetro proseguendo per inerzia la sua corsa.

Ma nel caso della donna trovata morta nel maggio 1991 la penna penetrata nel cranio ha il refill ben contenuto dalla cannuccia. Significa che la penna non può essere stata lanciata da una balestra.
Il ragazzo ha mentito, evidentemente per una patologia psichiatrica che lo rende instabile e capace di autoaccusarsi di fatti non commessi.

Nel gennaio 1996 il giovane  viene prosciolto, il processo si conclude e torna a farsi strada l’ipotesi dell’incidente casuale.

tratto da How to Kill with a Ballpoint: Credibility in Dutch Forensic Science, Roland Bal, 2005 

G. Courbet, Autoritratto o uomo disperato (circa 1843)

“Sono un violinista e un pianista. Sono un torero, un politico, un romanziere e un mago”

Io sono anzitutto un buon giornalista e così mi arrabbiai. Nel buio della sala di proiezione gli dissi: “Hemingway, questa roba fa schifo!”. Hemingway si arrabbiò e mi tirò un cazzotto. Io sono anzitutto un buon boxeur. Risposi con un cazzotto, altri si misero a fare a cazzotti, e così accadde questa splendida cosa di gente che faceva a cazzotti nel buio, mentre sullo schermo la gente moriva e le mitragliatrici facevano ta ta ta ta! In seguito a questo io e Henry diventammo violentissimi amici. Ci si incontrava in Spagna o a Venezia, si parlava di boxe, di tori, di rugby perché io sono anzitutto un giocatore di rugby: mai di letteratura perché io sono anzitutto un letterato. 

http://www.oriana-fallaci.com/numero-5-1962/articolo.html